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Meditazione Comunitaria da lunedi' 1' a domenica 7 febbraio 2016


Monastero della foresta delle canne di bambù

Orari di meditazione comunitaria:

- mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
- ora media dalle 12,30 alle 13,00;
- serale dalle 22,00 alle 22,30.

Settimana della tradizione
Da lunedì 1° a domenica 7 febbraio 2016.

Pitagora, la sua scuola e l'insegnamento.
Pitagora, filosofo e matematico, visse nel VI° sec. a.C.. Nato a Samo (isola greca del mar Egeo) [570-495 a.C], si trasferisce poi nella Magna Grecia, a Crotone (circa nel 530 a.C. vi fonda la scuola). La tradizione indica il suo apogeo culturale negli anni 532-531 a.C..

Lunedì 1
mattina
Sono poche le testimonianze certe sul suo pensiero filosofico. Già poco dopo la sua morte perse molto i tratti umani per acquisire, agli occhi dei discepoli, le caratteristiche quasi di un essere immortale (nume). Già ai tempi di Aristotele era difficile distinguere il suo pensiero da quello dei discepoli (definiti i pitagorici). Questa unità di pensiero, amalgama di visuale, era dovuta al fatto che i discepoli cercavano la verità condividendo il lavoro e lo studio.

ora media
La scuola pitagorica era nata come una specie di ordine religioso molto riservato. Il fine della vita comune era la realizzazione di un determinato stile di ricerca, e, rispetto a tale fine, la scienza e la dottrina ascetica costituivano un mezzo che era visto come “bene comune”.

serale
Il NUMERO come principio.
Con i pitagorici avviene uno spostamento dello sviluppo filosofico dalle colonie
greche dell'attuale Turchia a quelle dell'Italia costiera meridionale.
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Martedì 2
mattina
Con questa nuova corrente di pensiero, viene adottato come principio non l'acqua, l'aria o il fuoco, ma il numero o i numeri.

ora media
Dapprima la dottrina pitagorica fu conservata dagli adepti con grande rigore e segreto. Pochi decenni dopo la scomparsa del Maestro, il discepolo Filolao, trovandosi oppresso da impellenti necessità economiche, vendette tre libri della dottrina segreta. Sembra che questi testi furono acquistati da Dione di Siracusa su mandato di Platone.

serale
Poi, ad Aristotele arrivò, più che il pensiero singolo di Pitagora, la riflessione, la ricerca e le indicazioni pratiche filosofico-scientifico-esoterico della comunità pitagorica.
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Mercoledì 3
mattina
Il numero come principio.
Ecco alcuni tratti della testimonianza riassuntiva che ha redatto Aristotele del pensiero dei pitagorici:
I filosofi definiti pitagorici, applicandosi allo studio delle matematiche, furono i primi che le fecero progredire. Approfondendo tali studi si formarono l'opinione che i loro principi costituissero i principi di tutte le cose esistenti ...

ora media
Poiché dei principi matematici, i primi risultano per natura i numeri, e nei numeri essi credevano di riconoscere molte somiglianze con ciò che esiste o diviene, più che con il fuoco, nella terra o nell'acqua; così, ad esempio, una certa proprietà dei numeri era da loro considerata giustizia, un'altra, anima e mente, un'altra ancora …, e così via. ...

serale
Considerando, inoltre, che le note e gli intervalli delle scale musicali consistevano in numeri, e che in fondo in ogni cosa tutta la natura sembrava assimilarsi ai numeri e i numeri apparivano primi tra tutte le cose della natura, furono indotti a dedurre che gli elementi dei numeri fossero elementi di tutte le cose esistenti, e tutto quanto il cielo fosse armonia e numero”.
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Giovedì 4

mattina
In tutte le cose vi è una regolarità matematica, cioè numerica, e tale realtà scoperta nei suoni e nella musica, indusse i pitagorici a fare di quest'arte un mezzo di purificazione e di catarsi.

ora media
Sono leggi numeriche che determinano l'anno, le stagioni, … . Sono sempre leggi numeriche che regolano il tempo dell'incubazione del feto nelle speci animali.

- serale
Per noi il numero costituisce solo un'astrazione mentale, ovvero un'ente della ragione. Altresì, per l'antico modo di pensare, fino ad Aristotele, il numero era ritenuto una cosa reale e perfino più reale delle cose. Per queste idee i pitagorici considerarono il numero il principio costitutivo delle cose, come per Talete fu l'acqua e per Anassimandro fu l'aria.

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Venerdì 5
mattina
I numeri derivano da degli ELEMENTI.

I numeri non costituiscono la “realtà prima, assoluta”, ma essi derivano da ulteriori elementi, e proprio questi costituiscono i principi primi di tutte le cose.

ora media
Per i pitagorici due risultano essere gli elementi costitutivi del numero: elemento indeterminato e elemento determinato.
Nei numeri pari vi è predominanza dell'indeterminato; esso da luogo a numeri con minore perfezione.
Nei numeri dispari prevale l'elemento determinato; in questo caso si originano numeri più perfetti.
- serale
Nel grafico seguente si può vedere che il numero pari lascia uno spazio vuoto, per cui la freccia che passa in mezzo non incontra ostacoli, mentre nel numero dispari si trova un'unità in più che ha la funzione di delimitare e di determinare:
 

Ciò che è delimitato è compiuto, non manca di nulla e quindi è perfetto.
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Sabato 6
mattina
Il numero uno per i pitagorici non è né pari né dispari, ed era detto parimpari. Da esso procedono tutti i numeri. Lo zero era sconosciuto alla matematica antica.
Il 10 fu identificato come il numero perfetto, raffigurato come triangolo:
- ora media
Dal NUMERO alle COSE.

La divisione tra i numeri pari e dispari porta ad una visione dualistica del mondo, e la suddivisione della realtà in categorie opposte.
Per la scuola di Pitagora i numeri erano come dei “punti”, ovvero delle “masse”. Se ne deduce che erano considerati come dei solidi; pertanto è conseguente il passaggio dal numero alle cose fisiche.

- serale
Questa scuola considerando il numero ordine, cioè accordo degli elementi illimitati e limitanti, e che ogni cosa è determinata dal numero stesso, si deduce che tutto è ordine.
Ordine" in greco si dice kosmos, e i pitagorici definirono l'universo proprio “cosmo”, cioè “ordine”.
Con tale visione, il mondo non è più dominato da indecifrabili potenze oscure, ma diventando “numero”, questi esprime ordine, razionalità e verità.
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Domenica 7
mattina
Il fine della vita pitagorica era quello di purificare e, conseguentemente, liberare l'anima dal corpo. Sembra che sia stato Pitagora il primo filosofo a credere nella metempsicosi, cioè la costrizione a reincarnarsi in molteplici esistenze corporee.

ora media
Le pratiche di purificazione per eccellenza, erano considerate quelle della scienza e della severa pratica morale.
Il fine ultimo era l'ideale di tornare a vivere tra gli dei, in comunione con essi.
La vita dei pitagorici può ben dirsi una vita contemplativa lasciandosi guidare dal dio. Si tratta di una vita impiegata nella ricerca della verità e del bene tramite il processo della conoscenza (forma più alta di purificazione).

serale
Le anime per essere individuali, non possono essere un identico numero.