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Meditazione comunitaria - Da lunedi' 29 dicembre a domenica 4 gennaio 2015


Monastero della foresta delle canne di bambù

Orari di meditazione comunitaria:

- mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
- ora media dalle 12,30 alle 13,00;
- serale dalle 22,00 alle 22,30.

Da lunedì 29 dicembre 2014 a domenica 4 gennaio 2015.

Dalla tradizione buddhista

Premessa

Questa tradizione si è originata dagli insegnamenti di Siddhārtha Gautama, poi, definito il Buddha. Comunemente si compendia nella dottrina fondata sulle Quattro nobili verità (sanscrito Catvāri-ārya-satyāni).
La storia del Buddhismo ha inizio nel VI secolo a.C., proprio con la predicazione di  Siddhārtha Gautama.
Per religione s’intende quel complesso insieme di manifestazioni identificabili in sentimenti di fede rituale, di adorazione e di venerazione verso ciò che è ritenuto sacro, rivelato e divino. Ne deriva un culto reso alla divinità (a Dio) capace di “unire l’uomo a quel divino”.
In questo senso, il buddhismo non nasce come una religione e neanche come una filosofia (che cerca di interpretare e definire concetti in un divenire cosmico reale).
Il buddhismo in breve tempo, però, assumerà anch’esso, con misure variabili, connotazioni religiose e procedimenti filosofici.
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Lunedì 29 – mattina

Il saṃsara è in nulla differente dal nirvāna. Il nirvāna è in nulla differente dal
saṃsara. I confini del nirvāna sono i confini del saṃsara.

(Nāgārjuna, Mūla-madhyamaka-Kārikā. Circa 295 d.C.-373 d.C.)

Lunedì 29 – ora media

A beneficio di chi cercava di diventare un ascoltatore della voce, il Buddha rispondeva esponendo la Legge delle Quattro Nobili Verità, così che potesse trascendere la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte e ottenere il nirvāna.
A beneficio di chi cercava di diventare pratyekabuddha (Illuminato solitario. Colui che raggiunge il nirvāna – la bodhi – da solo, senza aver incontrato un maestro illuminato) rispondeva la Legge della dodecupla catena di causalità (E’ una delle prime dottrine del Buddhismo, che mostra la relazione causale tra ignoranza e sofferenza).
A beneficio del bodhisattva (essere destinato al risveglio) rispondeva esponendo le sei paramita (perfezioni), facendo ottenere loro l’anuttara samyak-sambodhi e acquisire la saggezza onnicomprensiva.

                                                                                   Sutra del Loto
Lunedì 29 – serale

Verso sera, Siddhārta (il Buddha), si sedette ai piedi di un grande albero di ficus religiosa – aśvattha. Qui, secondo la leggenda, dopo aver sconfitto le tentazioni di Māra, il maligno, s’immerse nell’interiorità e conseguì in questa prima veglia la conoscenza di tutte le sue antiche esistenze.
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Martedì 30 – mattina

Nella seconda veglia meditativa gli si aprì l’occhio divino, ed egli intuì chiaramente il destino comune di nascere e di morire e di nuovo rinascere.

Martedì 30 – ora media

Nella terza veglia meditativa (terza parte della notte) egli ebbe l’intuizione di ciò che causa l’esistenza fenomenica e, conseguentemente, il dolore.

Martedì 30 – serale

Comprese ciò che causa e pone fine al dolore e alle sofferenze.
Si tratta delle 4 nobile verità:

  1. Esistenza del dolore.
  2. Il dolore è causato dai desideri.
  3. I desideri posso essere dissolti e il dolore cessare.
  4. Vi è un sentiero che conduce alla cessazione del dolore, cioè l’ottuplice sentiero.
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Mercoledì 31 – mattina

Il Risvegliato diede inizio alla sua predicazione con l’insegnamento del sermone denominato:

La messa in moto della ruota del Dhamma (della Legge)”.

In questa occasione illustrò le 4 nobili verità (in lingua pāli: ariyasacca; in sanscrito: āryasatya).

Mercoledì 31 – ora media

Yaśas, Il primo giovane seguace laico e di famiglia ricca che seguì il Buddha, quando divenne monaco pronunciò una formula che poi divenne famosa:

Io prendo rifugio nel Risvegliato; io prendo rifugio nel dharma; io prendo rifugio nella comunità(I tre gioielli).


Mercoledì 31 – serale

Il Buddha non intendeva fondare una religione, intesa come sistema accompagnato da continui scrupoli di coscienza e da timori di pene eterne, ne tanto meno di obbligarsi all’obbedienza verso un Dio personale e verso delle divinità.
Egli voleva solo indicare un sentiero da percorrere nell’attuale vita in un corpo, che come una zattera, dopo aver attraverso il fiume viene abbandonata.

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Giovedì 01 – mattina

Il sentiero conduce alla meta espressa con un termine negativo:
nibbāna in lingua pāli e nirvāna in sanscrito.
Questa parola significa “spegnimento”, “estinzione”.
L’essere che consegue il nibbāna è passato attraverso un incalcolabile numero di esistenze in forma animale, umana e divina.
Solo con la nascita come uomini si può percorre con successo il sentiero e porre termine al ciclo delle rinascite.

Giovedì 01 – ora media

Significato della parola dhamma in lingua pāli e dharma in sanscrito:
più frequentemente tradotta con la parola Legge, però considerando che la radice sanscrita dhr ha come significato primario quello di sostenere, allora il senso può essere meglio compreso come il fondamento, l’ordine, la legge fisica e la legge morale per cui è in essere l’universo”.

Giovedì 01 – serale

Il dharma non proviene dal Buddha, egli non ne è l’autore, egli ne è solo l’interprete.
Il dharma esiste in modo indipendente dal Tathāgata (termine riferito al Buddha, inteso come “colui che così è venuto e così è andato”, cioè come colui che ha compiuto alla perfezione il cammino spirituale completo e ha sviluppato l’autorità di guidare gli altri sulla via).

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Venerdì 02 – mattina

Per estensione di significato, per dharma s’intende la dottrina che si fa interprete e guida dell’ordine universale da cui nulla è escluso e a cui nulla può sfuggire.
Il Risvegliato ha esposto questa buona dottrina-legge, per questo il suo insegnamento è definito saddharma.

Venerdì 02 – ora media

I dharma sono elementi di ciò che esiste; sono distinti in condizionati e non condizionati. Secondo una tradizione autorevole, quella dei Mūlasarvāstivādin, possono essere distinti minimo 75 dharma:

DHARMA CONDIZIONATI

- 11 di forma, materia.
- 1 di coscienza.
- 46 di fattori spirituali, come la percezione, la volontà, l’intelletto, la fiducia, la non-conoscenza, ecc..
- 14 di elementi che non sono né materiali né spirituali, tra di essi viene individuata la nascita, la morte, il nome, il dharma impermanente.


Venerdì 02 – serale

DHARMA NON CONDIZIONATI, sono 3 (incomposti, non prodotti da altre cose, non suscettibili di distruzione, sono permanenti).

- Ākāsha, lo spazio.
- Pratisamkhyā-Nirodha, estinzione con un motivo che ne sia la causa. L’estinzione consapevole della coscienza. Discriminazione ed estinzione.
- Apratisamkhyā-Nirodha, l’estinzione consapevole senza motivo che ne sia la causa, senza neanche l’applicazione della saggezza (Prajna= saggezza-conoscenza; nirodha= estinzione). Non discriminazione ed estinzione.

La relazione tra questi 75 dharma forma la teoria della produzione condizionata del tutto.
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Sabato 03 – mattina

Il nirvāna è un dharma a se stante, di cui si fa esperienza dello spegnimento dei 75 dharma-costituenti.

Sabato 03 – ora media

Il buddha, non è stato illuminato per grazia divina ma per suo sforzo, sebbene egli abbia detto di “essere stato portato” nel Nirvana.
Non parla di Dio e per alcuni Dio non viene escluso, per altri viene negato.


Sabato 03 – serale

La prima nobile verità:

la verità del dolore” – “c’è la sofferenza”.

Qual’è la Nobile Verità della Sofferenza? La nascita è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza. Separarsi da ciò che si ama è sofferenza, non ottenere ciò che si desidera è sofferenza: tutte le 5 categorie dell’attaccamento sono sofferenza.
Samyutta Nikaya LVI,11



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Domenica 04 – mattina

La seconda nobile verità:

La verità dell’origine del dolore - sofferenza”.

Qual’è la Nobile Verità dell’origine della Sofferenza?
E’ la brama che da luogo ad una nuova rinascita e, legata alla voluttà e al desiderio, trova nuovi piaceri ora qui ora là, ossia: brama del piacere dei sensi, brama di esistenza, brama di non-esistenza.
Da dove sorge questa brama e da dove prende vigore?
Ovunque vi siano delle cose che sembrano dilettevoli e gratificanti, da lì questa brama sorge e prende vigore.

Samyutta Nikaya LVI,11

Domenica 04 – ora media

La terza nobile verità:

La verità della cessazione del dolore - sofferenza”.

Qual’è la Nobile Verità della cessazione della Sofferenza?
E’ la completa scomparsa ed estinzione della brama, la rinuncia ad essa e il suo abbandono, la liberazione e il distacco da essa.
Ma da dove questa brama può essere abbandonata, dove può essere estinta?
Ovunque nel mondo vi siano cose apparentemente dilettevoli e piacevoli, là questa brama può essere abbandonata, là può essere estinta.

Samyutta Nikaya LVI,11

Domenica 04 – serale

La quarta nobile verità:

La verità del Sentiero che conduce alla cessazione del dolore - sofferenza”.

Qual’è la Nobile Verità del Sentiero che conduce alla cessazione della Sofferenza?
E’ l’ottuplice Sentiero, cioè:

- Retta comprensione.
- Retta aspirazione.
- Retta parola.
- Retta azione.
- Retti mezzi di sostentamento.
- Retto sforzo.
- Retta presenza mentale.
- Retta concentrazione.
Samyutta Nikaya LVI,11