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Meditazione comunitaria da lunedì 15 a domenica 21 febbraio 2016


Monastero della foresta delle canne di bambù

Orari di meditazione comunitaria:
- mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
- ora media dalle 12,30 alle 13,00;
- serale dalle 22,00 alle 22,30.

Settimana della tradizione taoista (3)

Da lunedì 15 a domenica 21 febbraio 2016.
L'esposizione filosofica e dottrinale dei tre antichi testi fondamentali del taoismo, il Tao Te Ching, il Chuang Tzu e Lie Tzu, si presenta con evidenti diversità stilistiche piuttosto di contenuto.
Le diversità di questi testi vanno però considerate come ulteriori possibilità di espansione della visuale e della concezione del Tao e del vivere secondo quanto di esso è stato capito e intuito.
Altresì, sia i testi che i fedeli del taoismo, convergono unanimamente sul sostenere la verità del Tao, quale principio di tutti gli esseri (wang wu) e cose.

Lunedì 15mattina
Tre parole, che ricorrono frequentemente nella letteratura e nelle pratiche inerenti il Tao sono:

- lo yin;
- lo yang;
- il ch'i;


ora media
lo yin e lo yang:
I due termini sembra abbiano fatto la loro comparsa intorno alla metà del primo millennio a.C., con un uso in ambiente sciamanico, degli indovini, astronomico e dei musicisti dell'antichità. ...

serale
Il Tao può presentare la sua NATURA con l'alternanza e l'opposto modo di espressione di se stesso.
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Martedì 16mattina
Nell'antico pensiero cinese, seppure colti distintamente, gli aspetti opposti dello yin e dello yang sono ritenuti univocamente e contemporaneamente indistinti.

ora media
Yin e yang, vengono considerati distinti nel seguente modo:
- yin, natura femminile, l'oscurità, il freddo, l'umidità, l'inattività, il ritiro, … .
- yang, natura maschile, la luce, il calore, il profumo, l'attività, l'espansione, la primavera e l'estate, … .

serale
il ch'i: dice il versetto 5 della parte prima, cap. I° del Tao Te Ching (Il libro del Tao e della virtù):
Senza nome è il principio del Cielo e della Terra”.

Tale principio, insito nel Tao, fluisce come energia dal rapporto dello yin e dello yang, di conseguenza pone in essere il Cielo e la Terra con un “soffio vitale permanente in tutte le stratificazioni, interconnessioni di tutto l'universo”. Questo soffio, quale essenza eterea e fisica, nel suo potenziale di essere purissimo e finissimo è in grado di formare il cielo, mentre addensandosi energeticamente di formare la terra.
Il ch'i può essere individuato anche come l'etere o come l'aria che respiriamo.
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Mercoledì 17mattina
Il ch'i, nell'orizzonte naturalistico cinese, viene distinto in 5 elementi costituenti lo strato strutturale delle cose: acqua, legno, fuoco, metallo e terra .

ora media
Capitolo II, versetti da 1 a 21 (II,1-21).

1. Sotto il cielo tutti
2. sanno che ciò che è bello è bello,
3. di qui si coglie il brutto;
4. sanno che il bene è il bene,
5. di qui si coglie il male.
6. E' in questo modo che
7. essere e non-essere si danno nascita fra di loro,
8. facile e difficile si procurano compimento fra di loro,
9. lungo e corto si danno la misura fra di loro,
10. alto e basso si procurano il dislivello fra di loro,
11. tono e nota si danno armonia fra di loro,
12. prima e dopo si fanno seguito fra di loro.
13. Per tutto ciò il santo
14. permane nella pratica del non agire
15. e mette in atto l'insegnamento non detto.
16. Le diecimila creature sorgono ed egli non le rifiuta
17. le fa vivere ma non le tiene come proprie,
18. opera ma nulla si aspetta.
19. Compiuta l'opera egli non rimane
20. e proprio perché non rimane
21. non gli viene tolto nulla.

serale
Versetti 1-3:
1. Sotto il cielo tutti
2. sanno che ciò che è bello è bello,
3. di qui si coglie il brutto;

Qui, il BELLO non è tanto inteso come l'aspetto formale delle cose, quanto come esito di soddisfazione che l'essere umano realizza conseguendo ciò che il suo cuore desidera (si tratta di ciò che da piacere).
Mentre il BRUTTO è ciò che comporta sofferenza interiore ed esteriore (Si tratta di ciò che suscita avversione).
L'uno rivela e fa in una certa misura l'altro.
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Giovedì 18mattina
Versetti 4-5:
4. sanno che il bene è il bene,
5. di qui si coglie il male.

Nel pensiero taoista il bene e il male non sono considerati due contrari assoluti. C'è una storia curiosa che esprime la visione possibilistica sulla distinzione netta tra il bene e il male:
Storia del contadino a cui scappò il cavallo”.
Il vicino lo commiserò, ma si sentì dire: «Chissà se è un bene o un male?». Aveva ragione, perché il giorno dopo l’animale tornò portandosi dietro una mandria di cavalli selvaggi, ai quali si era unito. Ricomparve il vicino stavolta congratulandosi per la fortuna inaspettata. Ricevette la stessa risposta: «Chissà se è un bene o un male?». Di nuovo ebbe ragione, perché il giorno dopo il figlio del contadino provò a montare uno dei cavalli selvaggi e cadde, rompendosi una gamba. Le nuove considerazioni del vicino suscitarono di nuovo la domanda: «Chissà se è un bene o un male?». E per la terza volta l’osservazione del contadino si rivelò saggia, poiché il giorno seguente alcuni soldati si presentarono per un arruolamento forzato, ma il figlio fu esentato a causa dell’infortunio.

Che questo racconto richiami alla mente lo Zen è più che giustificato dal fatto che il buddismo, elaborato dal taoismo, divenne lo Zen.

ora media
Il bene e il male hanno la stessa porta.
Frase di Wang Pi (III° sec. d.C)

- serale
Versetti 6-12:
6. E' in questo modo che
7. essere e non-essere si danno nascita fra di loro,
8. facile e difficile si procurano compimento fra di loro,
9. lungo e corto si danno la misura fra di loro,
10. alto e basso si procurano il dislivello fra di loro,
11. tono e nota si danno armonia fra di loro,
12. prima e dopo si fanno seguito fra di loro.

v. 6-7: Vedendo ciò che è, applicarsi a ciò che non è.
v. 8: Vedendo il difficile, applicarsi al facile.
v. 9: Vedendo il corto, applicarsi al lungo.
v. 10: Vedendo l'alto, applicarsi al basso.
v. 11: Quando il superiore da il tono, l'inferiore certamente si mette in accordo.
v. 12: Quando il superiore avanza, l'inferiore certamente segue.
Commento ai versetti 6-12 di Ho-shang Kkung –
Il vecchio che vive presso il Fiume Giallo (eremita del II° sec. d.C.)
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Venerdì 19mattina
Versetti 13-15:
13. Per tutto ciò il santo
14. permane nella pratica del non agire
15. e mette in atto l'insegnamento non detto.

v. 13: considerando tutto ciò colui che segue la via del Tao,
v. 14: si esercita costantemente nel non interferire con il fluire delle cose, del non imporre la propria visione, ma semplicemente non agire, cioè essere spontaneo senza prevaricare nessuno.
v. 15: Allora, “governa” mediante il Tao. Allora, ammaestra e guida tramite l'esempio.

ora media
Versetti 16-18:
16. Le diecimila creature sorgono ed egli non le rifiuta,
17. le fa vivere ma non le tiene come proprie,
18. opera ma nulla si aspetta.

v. 16: tutto ciò che fluisce in natura egli non contrasta,
v. 17: nulla trattiene o pretende come cosa propria,
v. 18: così, vive conforme al Tao, tutto partecipa, ma nulla attende come ricompensa. Se si aspettasse qualcosa falserebbe la via del Tao.

serale
Versi 19-21:
19. Compiuta l'opera egli non rimane
20. e proprio perché non rimane
21. non gli viene tolto nulla.

v. 19: Poiché egli si serve delle creature, le opere cono compiute da queste. Pertanto, non si ferma a coltivare nulla.
v. 20 e v. 21: Se tiene in sé il merito dell'opera, non può durare a lungo.
Dal commento di Wang Pi (III° sec. d.C)
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Sabato 20mattina
I principi fondamentali del Taoismo sono:

1. unità,
2. armonia,
3. mutamento,
4. spontaneità,
5. non interferenza.

ora media
1. Unità:
La visione del mondo Taoista è di unità globale (olistica).
Nel cap. 42 del Tao te ch'ing è detto che tutto proviene dall'unità del Tao e che ogni cosa è intrisa dalle sua forza generatrice.
Le diversificazioni sono apparenti perché tutto è manifestazione del Tao. Comunque nessuna manifestazione va rifiutata.

- serale
2. Armonia:
Continuamente si incontra nel Tao te ch'ing il richiamo all'armonia, come valore indispensabile per ogni forma di rapporto.
Quando le energie dinamiche fluiscono liberamente si crea l'Armonia tra tutto e tutti; ciò è indispensabile affinché ogni cosa, essere ed evento si realizzi secondo il Tao.
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Domenica 21mattina
3. Mutamento:
Il Taoismo ritiene che l'universo si auto-regoli sia nella sua dimensione macro che micro cosmica. Tale regolazione ha luogo attraverso tre leggi: il mutamento, il caos, l'adattamento.

Tutto muta continuamente il suo stato, dalla pietre agli astri, dalle forme di vita vegetale a quelle umane.

ora media
4. Spontaneità:
Le norme rigide non sono amate dal Taoismo. L'agire conforme al Tao è quello spontaneo, come quello di un bambino, perché pienamente naturale.
Pertanto, è la spontaneità la via pratica da seguire.
Il dovere ascetico del taoista è quello di cogliere e seguire le trasformazioni del proprio essere; egli non si preoccupa, come fa l'induista o il buddhista del karma (legge di causa e di effetto).
Chi segue la via del Tao è di fatto un anti-conformista, però assolutamente non violento; egli non assume un codice morale assolutamente statico, seppure vive un'etica rispettosa in senso globale.

serale
5. Non interferenza:
La natura si mantiene in essere in virtù di un certo equilibrio e stabilità interna. Le cose e gli eventi possono realizzare la loro natura solo se lasciate essere ciò che intimamente sono, senza forzature culturali, legislative o altre strutture artificiali. Per il taoista questo è fattibile sviluppando la piena consapevolezza di sé stessi e del mondo e, soprattutto, comprendendo che siamo Tutti-Uno.

Ogni essere, ogni persona, ha il suo Tao,
la sua via.
Ognuno deve scoprire la sua via,
l'aiuto di un maestro esperto serve ad indicare
se quanto stiamo sperimentando nella pratica
è frutto delle fantasie mentali, oppure del senso del Tao.
Non esistono modelli assolutamente validi per tutti.
L'adesione e la pratica religiosa deve essere individuale e libera come il vento.

Sergio