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Meditazione comunitaria da lunedi' 13 a domenica 19 aprile 2015


Monastero della foresta delle canne di bambù

Orari di meditazione comunitaria:

- mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
- ora media dalle 12,30 alle 13,00;
- serale dalle 22,00 alle 22,30.

Da lunedì 13 aprile a domenica 19 aprile 2015.

Settimana Zen (1),

Il fondo su cui è distesa la trama dell’esistenza”



       Premessa

Lo Zen è un viaggio immobile per vedere la nostra mente originaria e la sua natura.
In breve: “vedere il Sé e il proprio Sé, profondo ed essenziale”.
Si tratta della natura del Buddha celata dal velo della mente.

In India, la concentrazione prolungata e senza sforzo, ottenuta con un insieme variegato di tecniche, venne definita con il termine sanscrito dhyāna.
La pratica nella prassi yogica si presentava con diverse variabili, aveva degli esercizi posturali, delle modalità di controllo della mente, utilizzava particolari suoni (mantra e strumenti), ecc..
In lingua cinese il termine dhyāna divenne Chan o Canna.
Quando il buddismo Chan, fondato in Cina dal monaco Bodhidharma, giunse in Giappone la pronuncia originaria fu dapprima Zenna e poi “Zen(meditare, pensare, riflettere).
L’insieme delle tecniche di dhyāna entrando in contatto e in intreccio attivo con il buddismo cinese, e anche con il Taoismo, diverrà il Chan che sarà successivamente introdotto in Giappone.
Tale introduzione ebbe luogo circa nel IX sec. d.C. dal monaco Saichō (767 – 822 d.C.) fondatore del Buddismo Tendai.
Un contributo eccezionale per lo Zen in Giappone fu dovuto al famoso monaco Eihei Dōgen (1220 – 1253 a.C.); egli ottenne in Cina il certificato di “illuminazione” e il lignaggio di trasmissione; fondò la scuola giapponese “Zen Soto”.
Lo Zen si presenta oggi come una religione, una filosofia, un modo di vivere integralmente consapevoli della natura della realtà dal punto vista del buddismo essenziale delle origini.
Lo Zen puro, privo di ritualismi ri-presenta l’essenza del primo Buddismo.

Lunedì 13 – mattina
«Un albero senza radici,
foglie gialle disseminate oltre l’azzurro;

non una nube,
non una macchia».
Soza Kionin
(Monaco e poeta giapponese)

Lunedì 13 – ora media
Quando non coltiviamo l’idea di arrivare da qualche parte, dell’ottenere un certo oggetto, del dimostrare qualcosa a qualcuno, ecco, è allora che siamo nello spazio della nostra natura profonda. E’ allora che stiamo imparando veramente qualcosa.

Lunedì 13 – serale
andare a caccia della nostra mente originaria, della nostra natura autentica, del Sé profondo, … in questa via conducono gli insegnamenti Zen.
In fondo, si tratta della natura del Buddha che ciascun essere ha racchiuso nello scrigno dell’interiorità.
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Martedì 14 – mattina
La nostra natura profonda è anche quella dell’universo, delle onde dell’oceano, degli uccelli e dei pesci, dicono i maestri Zen; si tratta di una natura di luce e di compassione pura.

Martedì 14 – ora media
La vita del “risveglio” non è un diritto di nascita, ma un qualcosa che va conquistato percorrendo una via che trascende se stessi.

Martedì 14 – serale
Ogni particolare, in ogni momento dell’esistenza diviene partecipe dell’assoluto.
Sul pendio roccioso, prugni
In fiore – da dove provengono?
Come li vide, Reiun
Danzò lungo tutto il tragitto per Sandai.
Hoin, poeta cinese
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Mercoledì 15 – mattina
il dipinto, la poesia, servivano a mettere gli uomini
in contatto con l’assoluto.

Mercoledì 15 – ora media
Il monastero
Soltanto un monaco sostava in meditazione,
sopra un ponte di montagna avvolto nella nebbia.
Evocando semplicemente un’atmosfera,
il monaco sapeva che il suo monastero
era tutt’intorno a lui,
presente nella nebbia.

Definire è limitare.

Mercoledì 15 – serale
L’albero della perfetta saggezza
Non era un albero in origine,
né il limpido specchio
cornice alcuna. Natura – Buddha
Chiara e pura in eterno,
come può esserci polvere?

Sesto patriarca Hui-Neng
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Giovedì 16 – mattina

La poesia trasmette l’essenza dell’esperienza
e i suoi effetti.

Giovedì 16 – ora media

Un giorno Baso, discepolo di Ejo, maestro cinese, fu interrogato dal maestro sul perché mai passasse tanto tempo in meditazione.
Baso rispose: “Per diventare un Buddha”.
Il maestro sollevò un mattone e cominciò a strofinarlo con forza.
Fu allora Baso a porre una domanda: “perché, chiese, strofini quel mattone?
Per fare uno specchio”.
Ma è certo”, protestò Baso, ”che per quanto uno strofini un mattone, questo non diventerà mai uno specchio”.
E’ proprio così”, disse il maestro, “per quanto tu possa stare seduto a gambe incrociate, non diventerai mai un Buddha”.

Giovedì 16 – serale

Terra, fiume, monte:
fiocchi di neve sciolti nell’aria.
Come ho potuto dubitare?
Dov’è il nord? Il sud? L’est? L’ovest?
Dangai (poeta 1127 – 1179)
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Venerdì 17 – mattina

Boddhidharma:
un atto veramente meritorio e pieno di saggezza, ma misterioso,
la sua vera natura va aldilà dell’intelligenza umana.
Venerdì 17 – ora media

Boddhidharma:
Trasmissione al di fuori della dottrina,
nessuna dipendenza dalle parole.
Mira direttamente alla mente,
così ti vedrai realmente
e raggiungerai l’essenza del Buddha.
Venerdì 17 – serale

non cadere nella legge della causa-effetto,
ma non ignorarla.
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Sabato 18 – mattina

Finalmente ho rotto la barriera di Unmon!
Dovunque un’uscita – a est, a ovest, a nord, a sud.
Dentro al mattino, fuori alla sera; né albergatore né ospite.
Ogni mio passo solleva una brezza Leggera.
Maestro Daito

Sabato 18 – ora media

Dopo il canto di primavera, “Vuoto assoluto, nulla di santo”,
giunge il canto del vento di neve lungo il Fiume Yangtze.
A notte inoltrata anch’io suono l’umile flauto di Shorin (Shorin è un tempio),
e col suo suono penetro le montagne, il fiume.
Shunoko (poeta)
Sabato 18 – serale
L’uomo si realizza appieno solo quando non è separato dall’ambiente che lo circonda, per quanto ostile possa apparire:

Sotto gli alberi di ciliegio
non vi sono
stranieri. (Kobayashi Issa, poeta; 1763-1828)
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Domenica 19 – mattina

Atomo di pensiero, dieci bilioni di anni – un solo respiro, passato, presente, futuro”.
Takahashi – scrittore e poeta giapponese; 1919-2003

Domenica 19 – ora media

Interpretare la realtà:

La realtà è un intreccio di particolari, ognuno dei quali riflette l’universale e si realizza attraverso il rapporto con gli altri particolari, non potendo altrimenti sopravvivere”.

Visione dello Zen e del Buddhidmo Mahayana
Domenica 19 – serale

Zen significa offrire qualcosa,
e offrire spontaneamente.
Lo Zen si offre
non solo spontaneamente
ma dovunque”.


Un monaco chiesa a Chao-Chou:
sono entrato proprio ora in questo monastero.
Chiedo al patriarca di espormii la dottrina”.

Chao-Chou rispose:
Hai mangiato il tuo riso bollito?”.

Il monaco disse:
L’ho mangiato”.

Chao-Chou rispose:
Allora và a lavare la ciotola”.
Il monaco ebbe un’importante illuminazione.

Tratto dalla raccolta, “Una barriera senza porta”.