Monastero
della foresta delle canne di bambù
Orari
di meditazione comunitaria:
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mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
-
ora media dalle 12,30 alle 13,00;
-
serale dalle 22,00 alle 22,30.
Da
lunedì 11 a domenica 17 maggio 2015.
Filosofia
occidentale
Coltivare
la saggezza camminando
H.
D. Thoreau
Premessa
Henry
David Thoreau è nato a Concord, nel Massachusetts, nel 1817.
Si
laureò ad all’università di Harvard nel 1837. Sviluppò un forte
interesse nei confronti della poesie greca e romana, della filosofia
orientale e della botanica. Sviluppò un grande interesse e amore nei
confronti della natura e dedicò molte delle sue giornate ad
esplorare i boschi e a raccogliere informazioni dettagliate su piante
ed animali.
Seguace
di R. W. Emerson, fu una delle figure di spicco del movimento
trascendentalista. Henry Thoreau fu sicuramente il primo pensatore a
rendere particolarmente evidente il contrasto tra la piena
realizzazione di ogni individuo e una società tecnologicamente
organizzata. Precursore di tutti gli americani che prima e dopo l’era
hippy hanno fatto ritorno alla natura opponendo un’economia della
frugalità al consumismo forsennato, mezzo secolo prima di Jack
London egli avvertì il richiamo della foresta e nella primavera del
1845 si recò sulle rive del lago di Walden, a Concord, nel
Massachusetts. Usando un’ascia presa a prestito abbatté alcuni
pini bianchi per ricavarne legname con cui costruirsi un’austera
dimora nella quale avrebbe vissuto per due anni, due mesi e due
giorni. L’esperienza del lago Walden ispirò la scrittura
di Walden,
ovvero La vita nei boschi (1854),
un'opera a metà strada tra il saggio filosofico e il diario che oggi
viene unanimemente considerata tra i classici della letteratura
americana. Malgrado abbia trascorso una buon parte della sua
esistenza in solitudine, Thoreau fu un attento osservatore,
conoscitore e critico della società americana a lui contemporanea e
dedicò numerosi scritti a svariati problemi sociali, primo fra tutti
quello della schiavitù. Insieme al Walden,
lo scritto più famoso è infatti senza dubbio Disobbedienza
civile,
un opuscolo pubblicato nel 1849 nel quale viene teorizzata l'idea
dell'opposizione non violenta che tanto seguito avrebbe avuto nel
secolo successivo.
Morì
il 6 maggio 1862, di tubercolosi, dopo circa un anno di sofferenze
fisiche. Sentendosi avvicinare la fine, consolò la madre, la sorella
e gli amici con queste parole:
"È
meglio che le cose finiscano … . Sì, questo è un bel mondo, ma
fra poco ne vedrò uno ancor più bello".
Alla
zia, che gli chiedeva se si era messo in pace con Dio, rispose:
"Non
mi sembra di averci mai litigato".
Rifiutò
ogni "religiosità" fino alla fine, sentendosi
perfettamente in pace con se stesso e con l’infinito e quando, sul
letto di morte, qualcuno gli domandò se già poteva vedere "l’altra
sponda"
rispose: "Un
mondo alla volta".
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Lunedì
11 – mattina
Vorrei
spendere una parola in favore della Natura, dell’assoluta libertà
e dello stato selvaggio, contrapposti a una libertà e a
una cultura puramente civili; vorrei considerare l’uomo come abitatore della Natura, come sua parte integrante, e non come membro della società.
una cultura puramente civili; vorrei considerare l’uomo come abitatore della Natura, come sua parte integrante, e non come membro della società.
H.
D. Thoreau
Lunedì
11 – ora
media
Coloro
che non giungono mai in Terra Santa (senso
metaforico), nei
loro vagabondaggi sono degli oziosi, … se sei un uomo libero,
allora sei pronto a metterti in cammino.
H.
D. Thoreau
Lunedì
11 – serale
Non
vi è ricchezza che possa pagare l’agio necessario, la libertà e
l’indipendenza che sono il capitale di quest’arte.
Esso
si ottiene solo per grazia divina. E’ necessaria, per farsi
camminatori, un’espressa dispensa del Cielo.
H.
D. Thoreau
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Martedì
12 – mattina
… il
suo studio è la fuori, oltre la porta … .
Vivere
molto all’aperto, nel sole e nel vento, può senza dubbio produrre
una certa ruvidezza di carattere, può far crescere una strato di
pelle più spessa non solo sul viso e sulle mani, ma anche su alcune
delle qualità più squisite della nostra natura, nello stesso modo
in cui un lavoro manuale pesante toglie in parte delicatezza di tocco
alle mani.
H.
D. Thoreau
D’altro
canto, restare in casa non solo può rendere la pelle sottile, ma può
anche produrre quella morbidezza, quella mollezza che si accompagnano
a una maggiore sensibilità verso particolari impressioni.
Forse
dovremmo essere più disponibili ad accogliere ciò che può
esercitare un forte ascendente sulla nostra crescita intellettuale e
morale, se non ci siamo esposti in misura adeguata alla luce del sole
o al soffio del vento.
H.
D. Thoreau
Martedì
12 – serale
L’esatta
proporzione tra la pelle spessa e la pelle sottile è senza dubbio un
interessante quesito.
La
soluzione va cercata nel rapporto che corre tra la notte e il giorno,
tra l’inverno e l’estate, tra il pensiero e l’esperienza.
H.
D. Thoreau
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Mercoledì
13 – mattina
E’
inutile dirigersi verso i boschi, se non sono i nostri stessi passi a
condurci. Mi allarmo quando, addentrandomi per un miglio in un bosco,
mi accorgo di camminare con il corpo senza essere presente con lo
spirito.
H.
D. Thoreau
Mercoledì
13 – ora
media
Ah,
se la gente cominciasse a bruciare le staccionate e lasciasse vivere
le foreste! Ho visto staccionate a metà distrutte, con le estremità
disperse nella prateria, e un qualche miserabile avaro verificare con
un agrimensore i propri confini, mentre il cielo viveva ovunque
intorno a lui, ed egli non vedeva gli angeli volteggiare, ma cercava
un vecchio buco per piantare un palo in mezzo al paradiso.
H.
D. Thoreau
Mercoledì
13 – serale
Sono
un buon cavallo da viaggio, non sono un cavallo da tiro.
H.
D. Thoreau
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Giovedì
14 – mattina
Cosa
rende talvolta così difficile decidere la direzione da scegliere? La
natura possiede, io ritengo, un magnetismo sottile in grado di
guidarci nella giusta direzione, se a esso ci abbandoniamo.
Non
è indifferente scegliere l’una o l’altra strada. Solo una è
quella giusta. E’ indubbiamente difficile scegliere una direzione,
se essa non è ancora distintamente tracciata in noi.
H.
D. Thoreau
Ogni
tramonto a cui assisto fa nascere in me il desiderio di andare verso
un Ovest remoto e puro come quello in cui il sole si inabissa.
H.
D. Thoreau
E
ora il sole aveva varcato tutte le colline,
e
ora era calato nella baia a ovest;
infine
egli
si alzò, e mosse il mantello azzurro;
domani
verso freschi boschi e nuovi pascoli.
J.
Milton, Lycidas – Poesia
scritta nel 1637
Giovedì
14 – serale
Il
clima agisce sull’uomo, … vi è qualcosa nell’aria di montagna
che pervade lo spirito e lo nutre.
Non
dovrà dunque innalzarsi l’uomo alla più compiuta perfezione
intellettuale e fisica sotto questi influssi?
H.
D. Thoreau
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Venerdì
15 – mattina
Credo
nella foresta, e nel campo, e nella notte in cui cresce il grano.
H.
D. Thoreau
Venerdì
15 – ora
media
Quel
che è più vivo è più selvaggio, e quel che non è ancora soggetto
all’uomo lo rinvigorisce.
Quando
ho bisogno di ricreare me stesso vado in cerca della foresta più
buia, della palude più fitta e più impenetrabile. Qui risiede la
forza, la quintessenza della natura, … e la terra è benefica sia
per l’uomo che per gli alberi. E come la terra ha bisogno di molto
concime per essere fertile, così necessitano all’uomo, per la sua
salute, grandi spazi intorno a sé.
H.
D. Thoreau
Venerdì
15 – serale
Una
regione in cui una foresta primitiva affondi le proprie radice nel
materiale decomposto di un’altra foresta primitiva è un territorio
che favorisce non soltanto la fioritura di grano e di patate, ma
anche di poeti e di filosofi per le generazioni a venire.
Da
questo tipo di terreno sono sorti Omero e Confucio e gli altri come
loro, e da distese selvagge come queste giunge il Riformatore
(riferimento a san
Giovanni Battista il precursore di Gesù) che
si nutre di locuste e di miele selvatico.
H.
D. Thoreau
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Sabato
16 – mattina
Le
armi con cui abbiamo conseguito le vittorie più gloriose, quelle che
dovrebbero essere trasmesse in eredità di padre in figlio, non sono
la spada e la lancia, ma l’accetta, la falce, la vanga e la zappa,
arrugginite dal sangue di infinite praterie, e annerite dalla polvere
di infiniti campi che solo
con
una dura lotta si potrebbero coltivare.
H.
D. Thoreau
Sabato
16 – ora
media
L’anatra
selvatica è più veloce e più bella dell’anatra domestica, e
egualmente può dirsi del pensiero libero che, come l’anatra
selvatica, al calar della rugiada si leva alto sopra la palude.
H.
D. Thoreau
Sabato
16 – serale
Poeta
dovrebbe essere colui che sa piegare i venti e
le correnti al
proprio potere, affinché essi parlino per lui; colui che inchioda le
parole al loro significato primitivo, come il contadino che ogni
primavera ribatte nel terreno i pali dello steccato sollevati dal
gelo; colui che sa risalire all’origine delle parole ogniqualvolta
le usi, trapiantandole sulla pagina con la terra ancora attaccata
alle radici; colui le cui parole sono così vere, forti e naturali da
schiudersi come gemme all’annunciarsi della primavera, pur essendo
rimaste mezze
soffocate
tra due pagine ammuffite in una biblioteca; certi!,
così da fiorirvi e generare frutti ogni anno per il lettore fedele,
secondo la loro specie, e in armonia con la Natura
circostante.
H.
D. Thoreau
---
Domenica
17 – mattina
La
vita degli armenti, similmente a quella di molti uomini, non è altro
che una sorta di vita meccanica; i fianchi si muovono uno alla volta,
e l’uomo, con tutte le sue macchine, non è che un essere
intermedio tra il cavallo e il bue.
Qualsiasi
parte sia stata toccata dalla frusta sarà da quel momento
paralizzata.
H.
D. Thoreau
Domenica
17 – ora
media
L’ignoranza
utile.
Ciò
che chiamiamo “conoscenza” è spesso la nostra ignoranza
costruttiva; l’ignoranza, la nostra conoscenza sterile.
Ciò
che di più alto possiamo raggiungere non è la Conoscenza, ma
l’Armonia con l’Intelligenza.
H.
D. Thoreau
Domenica
17 – serale
Vi
sono in cielo e in terra assai più cose di quante ne sogna la nostra
filosofia.
Vivi
libero, figlio delle nebbie: e
rispetto alla conoscenza siamo tutti figli delle nebbie.
H.
D. Thoreau
La
natura che noi definiamo “selvaggia”, pensava Thoreau e con lui
tutta un’ampia tradizione, è in realtà molto più sapiente della
nostra esaltata ragione, perché possiede in se stessa una capacità
infinita di equilibrio, di armonia, di autocontrollo e
autoguarigione: esattamente
quella che i medici-filosofi come Ippocrate e Avicenna chiamavano la
vis
medicatrix naturae,
la forza
medicatrice della natura
che s’inserisce nell’ordine divino del cosmo.