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Meditazione Comunitaria da lunedi' 10 agosto a domenica 16 agosto 2015


Monastero della foresta delle canne di bambù

Orari di meditazione comunitaria:

- mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
- ora media dalle 12,30 alle 13,00;
- serale dalle 22,00 alle 22,30.

Da lunedì 10 a domenica 16 agosto 2015.

Temi della Bhagavad Gītā -1-

Premessa

Kṛṣna, il Signore (figura del Dio personale), insegna che la Bhagavad Gītā è destinata soprattutto a coloro che con sincerità e amorevolezza intraprendono la via della meditazione con devozione.

Gli aspiranti alla via meditativa sono distinti in:

- Jnani, ricercatori attraverso la conoscenza, la filosofia e le operazioni intellettuali;
- praticanti dello Yoga in otto stadi, l'Ashtanga Yoga;
- praticanti dello Yoga dell’azione, il Kriyā Yoga;
- praticanti del Bhakti Yoga.


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Lunedì 10
mattina

La meditazione non è un rifugio, ma un luogo interiore da dove si accoglie e si propaga l’amore a Dio e l’amore fraterno.

ora media

La Bhagavad Gītā, come gli Yoga Sūtra, insegnano principalmente la
meditazione su e in Dio (Persona spirituale assoluta da cui tutto proviene), e non sul “vuoto”.

serale

Quando i pensieri sono impregnati di devozione, allora è possibile percorrere con frutto la via della meditazione.
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Martedì 11
mattina

Quando lo yogi, con amore e senza sforzo, giunge a coltivare ogni giorno un tempo prolungato di meditazione, nessun pensiero esterno lo turberà più nel profondo. … La mente resta assorta in Dio, nei suoi doni e nella sua armonia.


ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,11-12

Per praticare lo yoga ci si deve ritirare in un luogo appartato e preparare uno strato di erba kusa sul terreno, coprendolo poi con una pelle di daino e con un panno morbido. Il seggio non dev'essere né troppo alto né troppo basso e deve trovarsi in un luogo sacro. Lo yogi deve poi sedersi immobile e praticare lo yoga per purificare il cuore controllando la mente, i sensi e le attività, e concentrando la mente su un unico punto”.

serale

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,11-12

Bisogna tenere il corpo, il collo e la testa diritti su una linea retta e fissare lo sguardo verso il vertice del naso. Così, con la mente quieta e controllata, liberi dalla paura e da altri desideri, si dovrebbe meditare su di Me nel cuore e fare di Me il fine supremo dell’esistenza.
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Mercoledì 12
mattina

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,19

Come una fiamma al riparo dal vento non oscilla, così lo yogi che ha la mente controllata resta costantemente assorto nella meditazione sull’atmanah (sulla anima, sul Sé trascendentale)

ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,25

Sostenuto dalla convinzione profonda, (lo yogi) si deve elevare gradualmente con l’aiuto dell’intelligenza fino a conseguire una perfetta concentrazione senza pensare ad altro (si tratta di tenere la mente stabile nel sé e insieme in Dio. Cioè in Dio che è nel cuore di ciascuno)”.

serale

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,30

Per colui che Mi vede in ogni luogo e vede ogni cosa in Me, Io non esco mai dalla sua visione, ed egli non è mai perduto per Me.

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Giovedì 13
mattina

Bhagavad Gītā, Capitolo 6,47

Tra tutti gli yogi, colui che con grande fede dimora in Me, pensa a Me e Mi offre il servizio con amore è il più intimamente unito a Me nella pratica dello yoga”.

ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 7,2

Adesso ti rivelerò in modo completo la conoscenza del mondo fenomenico e di ciò che è sovrasensibile, al di là del quale nient'altro resta da conoscere”.

serale

Bhagavad Gītā, Capitolo 8,8

Colui che pratica la meditazione su di Me, la Persona Suprema, con la mente e l’intelligenza, pensando sempre a Me, è sicuro di raggiungerMi”.

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Venerdì 14
mattina

Bhagavad Gītā, Capitolo 8,10

Colui che al momento della morte fissa l’aria vitale tra le sopracciglia e in virtù dello Yoga s’immerge nel ricordo del Signore Supremo, con la mente che non devia e con devozione, tornerà certamente a Me”.

ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 8,14

Per colui che Mi ricorda sempre, senza deviare, Io sono facilmente raggiunto grazie alla pratica costante dello Yoga con devozione”.

serale

Bhagavad Gītā, Capitolo 9,27

Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa mangi, sacrifichi o offri in dono, come pure le austerità, offri tutto a Me”.
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Sabato 15
mattina

Bhagavad Gītā, Capitolo 12,1

Arjuna disse: Tra coloro che sono sempre impegnati nel tuo servizio devozionale e coloro che adorano il Brahman impersonale, il non manifesto, chi è più perfetto nella conoscenza dello Yoga?”.

ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 12,2

La Persona Suprema disse: Coloro che fissano la mente sulla Mia forma personale, e sono impegnati nell’adorarmi con fede, sono considerati da Me i preferiti”.

serale

Bhagavad Gītā, Capitolo 12,11

sforzati di rinunciare ai frutti delle tue azioni e ricerca la consapevolezza della tua natura spirituale'”.

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Domenica 16
mattina

Bhagavad Gītā, Capitolo 12,12

Se non riesci a seguire questa via, coltiva la conoscenza. Ma superiore alla conoscenza è la meditazione, e superiore alla meditazione è la rinuncia ai frutti dell'azione perché la rinuncia permette di raggiungere la pace della mente.”

ora media

Bhagavad Gītā, Capitolo 12,20

Coloro che seguono la via imperitura del servizio di devozione e s'impegnano in modo totale, con fede, facendo di Me l'obiettivo supremo, Mi sono molto, molto cari”.

serale

Nel capitolo 12, dal secondo verso fino alla fine - cioè da mayy avesya mano ye mam ("fissare la mente in Me") fino a ye tu dharmamritam idam ("questa religione, questo impegno eterno") - il Signore Supremo ha spiegato il servizio devozionale, cioè, il metodo che ritiene necessario il sentimento d’amore personale per poterLo avvicinare.