Monastero
della foresta delle canne di bambù
Orari
di meditazione comunitaria:
-
mattino dalle ore 6,00 alle ore 6,30;
-
ora media dalle 12,30 alle 13,00;
-
serale dalle 22,00 alle 22,30.
Da
lunedì 28 dicembre 2015 a domenica 3 gennaio 2016.
Elementi
del pensiero
della
civiltà dell’India
(1)
-----
Lunedì
28
– mattina
Tra
le prime caratteristiche che colpiscono approcciandosi alla
conoscenza della cultura dell’India è lo scarso o nullo interesse
verso un'impostazione a carattere storico nella raccolta dei vari
documenti, dei testi della sapienza o della Rivelazione. Per questo,
la conoscenza certa del passato, fino all’invasione mussulmana,
rimane per lo più affidata ai reperti epigrafici più che
storiografici (iscrizioni
su vari materiali).
– ora
media
Nel
testo storiografico tradizionale della filosofia-teologia
indiana,
forse il più noto, costituito dal “Sommario
dei sei sistemi filosofici”
di Haribhadrasuri, datato circa al VIII° sec. d.C., appare chiaro il
fine più polemico che realmente storico.
Gli
storici
indiani partivano considerando l’ideologia (filosofia-teologia)
più lontana
dalla propria, senza la minima preoccupazione cronologica. Pertanto, i cosiddetti eruditi procedevano da una propria posizione intellettuale accettando o criticando le teorie delle altre scuole. La loro conclusione verteva sempre presentando il proprio punto di vista come il culmine della verità culturale e spirituale.
dalla propria, senza la minima preoccupazione cronologica. Pertanto, i cosiddetti eruditi procedevano da una propria posizione intellettuale accettando o criticando le teorie delle altre scuole. La loro conclusione verteva sempre presentando il proprio punto di vista come il culmine della verità culturale e spirituale.
– serale
Da
tutto ciò derivano le scarse e poco attendibili notizie intorno ai
grandi pensatori, corredate quasi sempre da ricchi elementi
leggendari prodotti successivamente dai discepoli.
Così,
anche di un personaggio famoso è veramente difficile determinare
perfino il secolo di nascita, il luogo o anche la regione
dove si è sviluppata la sua corrente
culturale-spirituale.
---
Martedì
29
– mattina
Essendo
pressoché impossibile ricostruire, secondo la mentalità logica
occidentale, la spiritualità
e la personalità
degli asceti fondatori o delle personalità culturali particolarmente
influenti nelle grandi correnti tradizionali dell’India, anche per
il loro triplo ruolo appunto di asceti, di filosofi e di teologi, si
è costretti ad avanzare nella comprensione del loro pensiero
seguendo i rispettivi sistemi
«filosofici-teologici», dai periodi antichi lungo l'evoluzione
verso i tempi
moderni.
– ora
media
Tali
sistemi si sono sviluppi con una certa contemporaneità tra loro e si
sono influenzati reciprocamente, spesso con asprezza
critica.
I
corpi dottrinali delle singole correnti di pensiero hanno trovato la
loro sistemazione scritta definitiva (codificazione)
intorno al III°, IV° secolo d.C.. Questi scritti, elevati a grande
autorità da ciascuna corrente, hanno iniziato a costituire una sorta
di «scolastica» letteraria vincolante la formazione e la pratica
degli allievi-fedeli
aderenti.
Nel
contempo si sviluppò una fitta letteratura di commenti, spesso
apologetici (difesa
della dottrina).
– serale
Mentre
in occidente, in Grecia, si sviluppa e si codifica la cultura
originaria della vera e propria filosofia,
cioè l'ascesi intellettuale e spirituale senza condizionamenti
religiosi e mitologici, ricercando solo per amore al conoscere il
«principio» delle cose (dapprima
riferito agli elementi della natura
(physis), poi all’essere
umano e
infine al divino
e a
Dio),
la speculazione indiana si codifica facendo riferimento
principalmente ai Veda, secondariamente ai Purana (tradizione
interpretativa con la forma di poemi)
e ad altri testi considerati autorevoli, esplorando l’interiorità
per cogliere l’essenza dell’io, la sua connessione con il
principio della realtà e il percorso di liberazione dal karma, ecc..
---
Mercoledì
30
– mattina
In
India la conoscenza si sviluppa con dei percorsi molto differenziati
tra di loro, ma orientati verso il comune fine della liberazione
individuale dal passaggio del samsara
(la realtà che
ci circonda, il circuito di nascita, morte e rinascita) a
quello dell’assorbimento-unione con l’assoluto.
– ora
media
Questa
tendenza di ricerca comune in India fa intuire il perché la
distinzione culturale tra filosofia e religione è minima o quasi
nulla.
Tutta l’ascetica è stata strutturata nei secoli al fine
della liberazione spirituale
e quasi
per niente per il puro amore disinteressato alla conoscenza,
come si è trattato nel caso della filosofia greca.
– serale
Seppure
la filosofia per lo sviluppo delle teorie della conoscenza fu usata
prioritariamente per l’ascetica religiosa, i saggi metafisici
indiani,
nelle loro aspre polemiche che li distinsero e li divisero, fecero
largo uso dei procedimenti
della logica
e dell’indagine
critica
intorno alla struttura e ai metodi di elaborazione dei concetti,
quindi anche applicando una certa procedura scientifica
(epistemologia).
…
---
Giovedì
31
– mattina
… In
tale metodo riconosciamo dei contatti, come procedura intellettuale,
che ha un parallelo
con la logica occidentale
di matrice greca, ovvero il «sillogismo».
Il riferimento riguarda l’applicazione retorica della scuola indù
Nyaya
(uno dei 6 principali
darshana filosofico-teologico, che applica sistematicamente i
procedimenti della logica),
oppure il sistema della «dialettica»
dell'asti-nasti-vada
(giainismo):
“secondo
cui riguardo al medesimo oggetto si possono avere due proposizioni
contraddittorie: osservando
cioè una cosa da diversi punti di vista si può dire nel contempo
che essa è
e non è,
mentre da un solo punto di vista essa è
o non è“.
Cos’è
il SILLOGISMO:
E' il tipo fondamentale
di ragionamento deduttivo della logica aristotelica, costituito da
una premessa maggiore affermativa o negativa, da una premessa minore,
da una conclusione derivata necessariamente.
Cos’è
la DIALETTICA:
E’ l’arte del discutere, del ragionare. Metodo di conoscenza
fondato nell’abilità nel condurre una discussione con argomenti
stringenti.
– ora
media
Nell’antichità
pre-cristiana vi furono alcuni significativi contatti tra la cultura
ascetica orientale
dell’area indiana con la nascente cultura
filosofica greca.
Però,
di fatto, tra i due approcci e percorsi filosofici non si riscontra
una reciproca e significativa influenza culturale.
Le
due grandi correnti di ricerca si svilupparono fondamentalmente per
loro conto, altresì può essersi verificata, a seguito di tali
contatti, una situazione stimolante i rispettivi campi culturali,
favorendo l’ampliamento degli interessi, delle modalità tecniche e
intellettuali, dalla scienza alla spiritualità.
–
serale
In
India fu importante a tutti i livelli l’influsso della cultura
islamica a seguito della conquista decisiva dei territori
settentrionali ad opera delle forze arabe, che partì dall’odierno
Afganistan, e diede origine al sultanato di Delhi.
L’invasione
durò fino alla penetrazione inglese nel XVIII° secolo d.C..
Comunque,
anche se l’influsso fu “pesante” nelle modalità, la cultura
islamica non riuscì a penetrare e a modificare irreversibilmente il
corso filosofico e teologico indiano.
La
conquista mussulmana riuscì però a far scomparire dai territori
occupati alcune correnti religiose autoctone, quali il Buddhismo.
---
Venerdì
1
–
mattina
L’investigazione,
la ricerca e la riflessione vedica, dai Brahmana alle Upaniṣad.
Nel
nord ovest dell’India, prima dell’occupazione-invasione
ariana
(popolazione
indoeuropea, avvenuta intorno al 1.500 a.C.) vi
era una fiorente civiltà che ebbe come città emblematiche Mohenjo
Daro e Harappa.
L’invasione
ariana diede inizio, tra l’altro, ad una nuova società fortemente
caratterizzata dalla divisione sociale in caste,
la quale si è conservata in modo pesante
ancora ai tempi d’oggi. Tale divisione sociale sviluppò
rapidamente una serie di prescrizioni rituali, di consuetudini e
obblighi specifici per ognuna di queste caste.
–
ora media
Nella
nuova società indiana, derivante dall’incontro e dalla mescolanza
della popolazione ariana con la società già stanziata nei territori
del nord, si forma un campo
religioso
basato sulla letteratura «vedica».
Questa
letteratura segue una formazione dapprima orale e molto lenta, ma nel
contempo capace di dare luogo ad un forte potere religioso, il quale
penetrerà e legifererà in ogni campo del fare e del pensare umano.
Non sarà più possibile un pensiero libero
dai riferimenti vedici.
–
serale
I
Veda sono un insieme di opere letterarie poco organiche e omogenee
tra di loro. Furono elaborate, con una buona dose di approssimazione
di tempo, verosimilmente dal II millennio fino al VI secolo a.C..
Veda,
significato: il termine indica il «sapere», la «conoscenza» e la
«saggezza».
---
Sabato
2
–
mattina
I
testi più importanti dell’Induismo, sono costituiti da quattro
“raccolte”, dette Samhita,
che costituiscono ciò che sono stati chiamati i Veda.
Queste
raccolte sono:
-
Rig
Veda, o Veda dei versi da recitare.
-
Yajur Veda, o Veda delle formule.
-
Sama
Veda, o Veda dei versi da cantare.
-
Atharva
Veda, opera a carattere in parte magico e in parte speculativo.
Ciascun
Veda si presenta con quattro distinzioni interne:
1.
“Mantra”
(Inni)
in lode di Dio;
2.
Brahmana,
istruzioni dettagliate sui riti e sulle cerimonie (precetti
e i doveri religiosi);
3.
Aranyaka,
indagini sulla Verità suprema (contengono
la forma di meditazione adatta per coloro che vivono nella foresta);
4.
Upaniṣad,
brevi opere filosofico-ascetiche, che costituiscono la base dei
principali sistemi di fiolosofia-teologia indiana (base
spirituale di precetti e di pratiche personali per la vita ritirata).
–
ora media
La
diversa adesione alla rivelazione
vedica
ha comportato, sin dall’antichità, una distinzione netta tra le
visioni
filosofiche indiane, dando luogo a due grandi correnti di scuole:
quelle “ORTODOSSE” e quelle “ETERODOSSE”.
–
serale
Le
scuole ORTODOSSE (astika), cioè che accettano
l’autorità dei
veda,
sono:
1-
Nyaya,
la scuola di logica;
2-
Vaiseṣika,
la scuola atomistica;
3-
Samkhya,
la scuola enumerativa;
4-
Yoga,
la scuola di Patanjali, che come metafisica assume il Samkya;
5-
Mimansa,
accurata esegesi dei Veda, e particolare cura dei rituali;
6-
Vedānta,
molto fondata sulla sapienza vedica e sulla tradizione delle
Upaniṣad.
Le
principali scuole ETERODOSSE (nastika), cioè che NON
accettano l’autorità dei
veda,
sono:
1-
Chārvāka,
scuola che sviluppò un pensiero materialista e ateo;
2-
Buddhismo,
che rifiuta i Veda, e tutto il sistema religioso e ascetico indù;
afferma che Dio non serve e l’uomo può liberarsi da solo da ogni
sofferenza;
3-
Giainismo,
la tradizione mitica fa risalire la formulazione delle idee religiose
ad un antico veggente di nome Aristanemi; tali idee furono elaborate
in forma definitiva da Vardhamana, detto Mahāvīra,
il Grande Eroe.
---
Domenica
3
–
mattina
Tutto
il rituale dei Veda è innestato in una visione cosmogonica che
presenta tutta un’ampia serie di deità mitiche, che trovano ordine
nel dio supremo, Prajapati,
che significa “signore delle creature”, dal quale il mondo viene
in essere per emanazione.
–
ora media
Attraverso
i Veda si passa da una prima formulazione del dualismo psico-fisico,
costituito dalla distinzione nell’uomo del “nome”,
NAMA,
inteso come essenza interiore, e dalla “forma
visibile”
della persona umana, detta RUPA.
Un
ulteriore passo offerto dalla sapienza vedica
conduce ad individuare il punto centrale della ricerca spirituale,
cioè il riconoscimento dell’esistenza in noi di un principio
essenziale,
sia per la nostra vita che per quella dell’universo.
Tale
principio venne definito nelle Upaniṣad
con il termine di ĀTMAN,
l’anima,
che non è da confondere con l’io
individuale apparente.
L’ ātman è qualcosa che non può essere appreso attraverso
l’esperienza sensibile, seppure essa consente ogni nostra azione e
pensiero.
–
serale
L’ātman
non si presenta all’esperienza interiore con differenziazioni.
Appare libera dalle catene relazionali spazio-temporali, non soggetta
a passioni distruttive, ma anzi, ad un flusso esclusivamente
armonico.
L’ātman
è per lo più identificata con il brahman,
ovvero la sostanza originaria di tutto, al di la dei sensi e della
mente, dell’intelligenza e di qualsiasi immagine che possiamo farci
della realtà.
Sul
come l’ātman possa «limitarsi»
in un piccolissimo individuo in un mondo relativo, nei Veda non c’è
l'effettiva risposta, un logico senso originario non c’è. Viene
solo trattato un certo meccanismo, che troveremo fin nelle parti più
recenti delle Upaniṣad,
cioè, il fatto dell’ignoranza
e dell’azione
(il karma),
capace di portare con se la concatenazione dei pensieri, degli eventi
e gli impedimenti verso il ritorno ad una coscienza originaria di
unità.
E’
proposta l’ascesi per la liberazione dal conseguente samsāra,
ovvero il ciclo diesistenze con le quali si assumono innumerevoli
corpi a seconda dei fattori di merito o di demerito della vita
precedente.
ĀTMAN
E’
una parola che si trova per la prima volta nel Ṛgveda,
che costituisce la raccolta più antica di inni vedici, risalenti ad
oltre 3000 anni fa.
Qui,
indica l’essenza,
il soffio
vitale,
relativo ad ogni cosa e nel veda
identificabile nel Sūrya,
il Sole.
Così
è detto:
«Citraṃ
devānām ud agād anīkaṃ cakṣur mitrasya varuṇasyāgneḥ
āprā dyāvāpṛthivī antarikṣaṃ sūrya ātmā jagatas
tasthuṣaś ca».
Ovvero:
«Si
è alzato il volto luminoso degli Dei, l’occhio di Mitra, di
Varuna, di Agni, ha colmato il cielo, la terra e l’aria: il Sole
-Sūrya- è il soffio
vitale di ciò che è
animato e di ciò che non è animato».
Ṛgveda
I, 115,1
Sergio